PAESAGGIO?
Pietro Dente vanta fin da giovanissimo, una lunga serie di esposizioni e di partecipazioni, di cui numerose all’estero. Merito di un’arte che si nutre di una tecnica, la quale liberamente incrocia i contributi di ogni tipo di avanguardia, sintetizzandoli in una proposta personale e di particolare suggestione.
L’indifferenza è vietata di fronte alle sue opere, capaci al pari di colpire i sensi e la mente. La sua abilità è comunque servita da forte virtù immaginativa e da chiare finezze sensibili. Egli stesso ci appare affascinato dai soggetti che esprime, come nelle sue “Aria Dura” si evince facilmente. E’ questo che gli consente di gestire le immagini con il contrasto tra linee luminose e scure, imitando la fotografia a lunga esposizione, o ritrarre Venezia come in una miniatura barocca, ma ultramoderna, preziosa già per la scelta dei colori ed il tratto fitto e complesso. Si sbaglierebbe a pensare semplicemente alla decadente denuncia del paesaggio urbano, le scariche elettriche che attraversano l’aria come “corrusche”, il continuo rimbalzo di oggettività e soggettività indicano invece animo stupefatto, adesione e partecipazione in chi ritrae e lo sviluppo di una mitologia contemporanea.